La missione di Laisamis dove noi operiamo è una piccola missione del Kenya situata nella zona di Marzabit a nord di Nairobi verso i confini dell'Etiopia e la Somalia, nel deserto del Kaisuin.
E' la zona più calda del Kenya: l'escursione termica sia d'estate che d'inverno va dai 35 ai 45 gradi.
Il territorio è molto arrido, l'agricoltura non esiste, una volta al mese il governo o la croce rossa riforniscono la popolazione (tramite i padri missionari) di granoturco, riso e fagioli per la loro sopravvivenza.
Aiuti che non sono mai sufficienti.
E' un popolo di pastori sempre alla ricerca di verde per dar da mangiare al bestiame.
Le piogge arrivano raramente, circa due volte all'anno, ed in questi momenti la popolazione è contenta, ma la pioggia causa anche danni:
l'unica strada si riduce in un pantano creando solchi profondi mettendo in difficoltà i pochi mezzi (tra i quali quelli dei Padri) che mantengono i contatti con tutte le tribù. Alcuni villaggi rimangono isolati per giorni e l'acqua che allaga le capanne causa ai bambini bronchiti e forme di raffreddamento non facili da curare.
Le capanne tipiche sono fatte di rami, sterco, fango, stracci e cartoni.
All'interno si trova un giaciglio fatto con pelle di capra e separatamente un focolaio e un piccolo rifugio per le galline.
Pensate che in ogni capanna vivono minimo 10 persone.
La missione è gestita da due Padri keniani (prime vocazioni uscite dalle tribù) appartenenti alla tribù locale dei Rendili. Al contrario dei nostri Padri missionari che ricevono aiuto dalle famiglia, dagli amici o dalle parrocchie in Italia, i Padri keniani devo loro provvedere ai loro cari e alla loro comunità ..... che vive ancora nelle capanne. Questi Padri "autoctoni" vengono seguiti maggiormente dalla popolazione, perché fanno parte della tribù, conoscono i loro problemi, il loro modo di vivere e le loro tradizioni, sapendo quindi come aiutarli nel modo migliore.
Nella missione di Laisamis vi operano anche delle suore comboniane italiane che seguono le donne e gestiscono un piccolo ospedale di pronto soccorso.
E' la zona più calda del Kenya: l'escursione termica sia d'estate che d'inverno va dai 35 ai 45 gradi.
Il territorio è molto arrido, l'agricoltura non esiste, una volta al mese il governo o la croce rossa riforniscono la popolazione (tramite i padri missionari) di granoturco, riso e fagioli per la loro sopravvivenza.
Aiuti che non sono mai sufficienti.
E' un popolo di pastori sempre alla ricerca di verde per dar da mangiare al bestiame.
Le piogge arrivano raramente, circa due volte all'anno, ed in questi momenti la popolazione è contenta, ma la pioggia causa anche danni:
l'unica strada si riduce in un pantano creando solchi profondi mettendo in difficoltà i pochi mezzi (tra i quali quelli dei Padri) che mantengono i contatti con tutte le tribù. Alcuni villaggi rimangono isolati per giorni e l'acqua che allaga le capanne causa ai bambini bronchiti e forme di raffreddamento non facili da curare.
Le capanne tipiche sono fatte di rami, sterco, fango, stracci e cartoni.
All'interno si trova un giaciglio fatto con pelle di capra e separatamente un focolaio e un piccolo rifugio per le galline.
Pensate che in ogni capanna vivono minimo 10 persone.
La missione è gestita da due Padri keniani (prime vocazioni uscite dalle tribù) appartenenti alla tribù locale dei Rendili. Al contrario dei nostri Padri missionari che ricevono aiuto dalle famiglia, dagli amici o dalle parrocchie in Italia, i Padri keniani devo loro provvedere ai loro cari e alla loro comunità ..... che vive ancora nelle capanne. Questi Padri "autoctoni" vengono seguiti maggiormente dalla popolazione, perché fanno parte della tribù, conoscono i loro problemi, il loro modo di vivere e le loro tradizioni, sapendo quindi come aiutarli nel modo migliore.
Nella missione di Laisamis vi operano anche delle suore comboniane italiane che seguono le donne e gestiscono un piccolo ospedale di pronto soccorso.